Quarta di copertina
Ci sono storie dalla trama solida e inattaccabile, in cui tutti gli elementi sono sistemati al posto giusto e niente è lasciato al caso. Altre invece sembrano nutrirsi dell’incongruenza del mondo, non sentono l’esigenza di far tornare i conti a ogni costo, ma con sguardo dolente e sorpreso si insinuano tra le pieghe della realtà, portano alla luce attimi che la banalità del quotidiano ci impedisce di vedere. E’ il genere di storia che preferisco e ‘La qualità della vita’ è senza dubbio tra queste. All’apparenza non c’è nulla di straniante: una stazione di provincia, un incontro casuale, una Milano che fatica a farsi amare, una morte improvvisa, un amore perduto. Eppure –come in una tela di Vermeer– ogni situazione appare di colpo sotto una luce nuova, inattesa. E forse è questo ciò di cui un lettore ha più di tutto bisogno: essere preso per mano e vedere –non al di là della superficie delle cose– ma attraverso di essa.
Emidio Clementi