Grazie al mio amico Teo Guadalupi conosco le opere teatrali di Harold Pinter. Ne rimango affascinato.
Un giorno leggo gli Skecthes e mi viene in mente l’idea per uno spettacolo teatrale. Scopro che i dialoghi e monologhi di Harold Pinter erano stati scritti in epoche diverse ed assolutamente disconnessi tra loro, ma mettevano tutti in risalto alcuni aspetti dominanti della comunicazione nell’era contemporanea.
Ho pensato subito al mezzo televisivo e alla pratica quotidiana dello zapping, nella quale cose differenti che non hanno alcuna connessione tra loro possono però venire percepite come un’unità.
Da qui l’idea dello spettacolo. Portare in scena la televisione e di inserire i dialoghi di Pinter all’interno del mezzo televisivo come se una persona se li trovasse spezzettati mentre fa zapping.
Attraverso la televisione si vedevano i veri canali televisivi in diretta in quel momento, più un canale appositamente inventato per l’occasione (Zap Tv) attraverso il quale lo spettatore vedeva alcune scene di Pinter.
Mettere in scena la Televisione ha imposto di cercare una dialettica con il Teatro ed è per questo che alcune scene venivano rappresentate teatralmente mentre altre interagivano con le immagini, attraverso un percorso nel quale le immagini finivano per avere una presenza dominante rispetto all’azione scenica comunemente teatrale.
La scenografia era un grande televisore, una scatola veramente enorme, lo schermo era un fatto di tulle e questo aveva permesso di proiettarci sopra ma anche di vederci attraverso, rendendo l’interno della scatola, della televisione, anche uno spazio scenico puramente teatrale in cui però vivevi una sorta di “televisione dal vivo”.
In scena c’era sempre un attore seduto con il mano un telecomando che faceva zapping. In pratica gli spettatori venivano a Teatro ma vedevano la “televisione”.
Siccome i veri canali hanno un loro palinsesto e quindi ogni sera trasmettevano una cosa diversa, una sera è successa una cosa buffa, abbiamo praticamente trasmesso durante lo spettacolo un partita di Coppa Eufa. L’effetto è stato veramenete spiazzante.
E’ stata la mia prima esperienza teatrale in co-regia con Teo Guadalupi.
Peccato che siamo stai in scena forse troppo poco (6 giorni) perchè penso che allora non era così usuale assistere a uno spettacolo teatrale di questo tipo. Ora lo è di più. Abituati come siamo oggi a situazioni interattive, è vero che lo spettacolo aveva un’interattività chiusa, non a disposizione dello spettatore ma solo degli attori in scena, ma nell’insieme lo spettacolo trasudava contemporaneità.
20-25 maggio 1997
ZAPPIN’ PINTER
@ Teatro Libero – Milano
da un’idea di Alessandro Lentati
testi di Harold Pinter
regia Teo Guadalupie Alessandro Lentati
con
Massimo Piras
Alessandro d’Errico
Federico Pasquetto
Marcella Coppo
Barbara Campagna
e
Alessandro Besentini
Francesco Villa
Gianni Muriglio
Elisabetta Benzoni
Silvia Lavezzari
scenografia Massimo Piras, Giusy Checola e Sabrina Di Gennaro
datore luci Fabio Caramia
segretaria di produzione Cristina Raho
ufficio stampa Barbara Ferrieri
trucco Benedetta de Leonardis
foto di scena Alessandra Pizzi
direttore della fotografia Giuseppe Bilotti
montaggio Alessandro Lentati